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Intervista ai Mentana

today15 Febbraio 2017 33

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Abbiamo avuto il piacere di poterli finalmente ascoltare dal vivo in occasione del loro concerto, tenutosi a Enna, che rientrava tra le tappe del tour per la promozione del loro ultimo album, “Inland Desire”. Un sound molto caldo e coinvolgente, dall’inconfondibile impronta folk, che si ispira all’indimenticabile Johnny Cash, ha creato un’atmosfera magica all’interno della splendida cornice del pub “Al Kenisa”. Abbiamo chiacchierato e scherzato con loro e, ovviamente, non potevamo lasciarci sfuggire l’occasione per intervistarli. Ladies and gentlemen, direttamente dal Canada, ecco a voi i Mentana!

– Ragazzi, stasera siete stati semplicemente fantastici. Ma cosa significa per voi suonare fuori dai confini canadesi?

Robin: Grazie per i complimenti. Scriviamo i nostri pezzi cercando l’ispirazione dentro di noi e quando queste canzoni hanno un riscontro negli ascoltatori stranieri, allora possiamo dire di avere fatto breccia al di la dei limiti della nostra piccola città. Io non credo si possa parlare di ricerca dell’originalità, specialmente nella musica folk. E’ più un qualcosa che rivela la tua personalità e per la quale puoi dire di esserti avvicinato a qualcosa di “universale”. Al di la di portare la nostra musica fuori dal Canada, io credo fermamente che viaggiare aiuti a tenere aperta la mente e a nutrire la curiosità. Da un punto di vista strettamente personale, la mia prima passione è sempre stata quella di viaggiare. Sfortunatamente per me, ho smesso presto di essere uno squattrinato attore dell’Acadia che recitava in un piccolo territorio del Nord America. Sebbene numerosi progetti teatrali mi hanno dato la possibilità di viaggiare in territori francofoni, una parte di me voleva di più. Dal momento che sono cresciuto in una famiglia bilingue, una parte di me voleva ricollegarsi con la comunità Anglofona e questo mi ha dato l’occasione di viaggiare di più di quanto non facessi prima.

– Cosa vi piace dell’Italia?

Robin: Gli italiani, il modo di vivere, gli atteggiamenti. Non ho mai visto un italiano correre. Mi piace tantissimo la cultura italiana, l’unica che ha nutrito profondamente la storia dell’Europa Occidentale e che possiede la resilienza necessaria per quello che ancora verrà nel futuro.

– Nella vostra musica è molto chiara l’influenza di Johnny Cash. C’è una sua canzone che avreste voluto scrivere?

Robin: Io sono cresciuto ascoltando Johnny Cash sul camion di mio padre. La sua musica è parte del mio subconscio e anche quando tento di fare un passo indietro e distaccarmene, riemerge sempre. Avrei voluto scrivere “The Ballad of Ira Hayes”.

– C’è un posto speciale nel quale vorreste esibirvi?

Robin: Dovunque ci sia qualcuno disposto ad ascoltarci.

– Ascoltando “Inland Desire” si avverte un enorme senso di tristezza, non solo nel testo ma anche nella musica, sottolineata dall’uso degli accordi in minore. C’è, o c’è stata, qualcosa che vi ha colpiti a tal punto da avvertire il bisogno di esprimerla con la musica?

Robin: (Ride). In effetti la prima cosa che mi ha detto il nostro produttore quando ha sentito per la prima volta la demo è stata: ”Che succede con gli accordi in minore ragazzo?”. Non lo so, c’è qualcosa che mi spinge verso le canzoni tristi ma non posso dire di essere un uomo triste. Suppongo che sia qualcosa che abbia a che fare con l’essere un attore, ti immedesimi meglio in un personaggio che è distante da te stesso. Una sorta di sete nel conoscere l’altro.

– C’è un autore che ha condizionato il vostro modo di fare musica?

Robin: Emile Zola. Il suo libro “La bestia umana” ha ispirato il titolo dell’album. La versione inglese si intitola “Human Desire”. C’è qualcosa in lui che calza bene con il nostro modo di fare musica folk. Ad esempio, il leitmotiv dell’album: le 12 canzoni sono come 12 personaggi che combattono contro la loro bestia interiore, un desiderio profondo, che possono accettare o dal quale possono fuggire via.

– Quali sono i vostri obiettivi?

Robin: Registrare un altro album

– Una domanda leggera: qual è il vostro piatto preferito italiano?

Robin: La caponata! (alla faccia della leggerezza! Ndr)

Ecco il sito di Mentana dove potrete ascoltare alcuni dei loro pezzi più famosi: mentana.ca

 

Scritto da: Pietro Lisacchi


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