Più musica nelle scuole
L'insegnamento diventa obbligatorio per migliorare la crescita formativa e culturale delle nuove generazioni.
E’ il supporto fisico per eccellenza, quello con più vita alle spalle. L’unico che per decenni ha permesso agli appassionati di musica di potere ascoltare i loro artisti preferiti e che negli anni ’90 è stato insidiato dalla nascita del CD e dell’audio digitale. Stiamo parlando del disco in vinile, o “pizza nera” se preferite, che in un epoca d’oro neppure troppo lontana, parliamo degli anni ‘70/’80, dominava incontrastato nei negozi di musica, dove gli appassionati sceglievano la loro copia, magari dopo diverse ore di ricerca e di ascolto.
Ma non datelo per morto, anzi. Nonostante la chiusura di numerosi negozi storici in tutte le città d’Italia, il vinile non è mai scomparso del tutto. E’ chiaro che, secondo le attuali logiche di mercato, converrebbe puntare di più sul digitale che sul supporto fisico ma i dati del 2016, sulla vendita dei dischi in vinile, hanno mostrato dei risultati davvero sorprendenti, anche nel nostro paese. Da 2012 ad oggi, infatti, la crescita del mercato italiano è stata del 330%, con un’impennata di ricavi del 52% (Deloitte per FIMI). Dati impressionanti se consideriamo il fatto che viviamo in un’epoca storica dove ormai tutto è digitalizzato. Molti di voi, soprattutto i più giovani, si staranno chiedendo il perché di questa inversione di tendenza.
Ebbene, le ragioni principali sono due. La prima è che il file audio digitale ha finito per cannibalizzare la musica, perché il “prodotto” è diventato riproducibile all’infinito e, grazie a internet, è possibile scaricarlo su tutti i nostri dispositivi. In pratica, è tutto gratis. Il secondo motivo è che, diciamolo pure, volete mettere il fascino di una copertina e di un disco contro l’anonimato di un file mp3? Non c’è storia e questa è una cosa di cui anche i più giovani si stanno rendendo conto. Il file digitale non lo distingui; è un numero in mezzo a milioni di altri file che compongono le nostre librerie musicali. Di contro, il vinile lo guardi, lo tocchi con mano, lo vedi e lo senti suonare. Un rito che potremmo definire quasi magico. Tanto per farvi rendere conto del fenomeno a livello globale, ricordiamo che lo scorso 22 aprile si è celebrato il Record Store Day, una manifestazione nata negli Stati Uniti ma che si è diffusa rapidamente in tutta Europa, arrivando alla sua decima edizione. Per l’occasione, anche quest’anno sono state immesse sul mercato delle ristampe limitate, rigorosamente in vinile, degli album e dei singoli più famosi di tanti artisti. Tra i più importanti di questa edizione ricordiamo David Bowie, Litfiba, U2, Patty Smith, Vasco Rossi, Pearl Jam, Toto e Pink Floyd. Il ritorno del vinile potrebbe dunque segnare una svolta epocale nel settore della vendita musicale. Del resto, si è già inventato tutto. E quando non puoi più andare avanti, l’unica cosa che puoi fare è tornare indietro.
Scritto da: Pietro Lisacchi
L'insegnamento diventa obbligatorio per migliorare la crescita formativa e culturale delle nuove generazioni.
Un omaggio alla musica afroamericana che ha segnato gli anni 60, 70 e 80 e arrivato vivo e vegeto anche ai giorni nostri.
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