Intervista a Pilar
<<Se non avessi fatto la cantante […] avrei voluto essere una scrittrice e abitare nella dependance di un ristorante biologico del ragusano>>.
Marta Comito è una fumettista ennese, classe 1991, diplomata nel 2013 alla Scuola del Fumetto di Palermo. Alla fine del suo percorso di studi, dà vita al suo fumetto “La leggenda di Kasr” che autoproduce facendosi carico di tutte le spese.
È risaputo che il mondo dell’editoria in Italia è un mondo impenetrabile, ma forse per il fumetto lo è ancor di più che per i libri. Un fumettista esordiente deve quindi sbracciarsi e farsi largo con tutte le proprie forze, trasformandosi magari in uno dei tanti supereroi dei fumetti e scoprendo di possedere una forza innaturale e sconosciuta, la forza con cui un giovane si batte per realizzare i propri progetti in un mondo che sempre più spesso calpesta i sogni delle giovani generazioni.
Lascio la parola a Marta, che meglio di me può far luce sul curioso e sottovalutato mondo dei fumetti.
Se Marta Comito fosse un personaggio di un fumetto, chi sarebbe e di che genere di fumetto sarebbe protagonista?
In questo mese di maggio del 2014, Marta sarebbe la protagonista di un fumetto ambientato nella Londra del XIX secolo,”Insieme ai quattro di Bakery Street” .
Ti dico tre parole e tu mi dici la prima cosa che ti viene in mente:
Fumetto: esclusivamente di genere francese, il mio preferito.
Disegno: il modo in cui esprimo me stessa.
Fantasia: non credo di essere una persona molto fantasiosa, però per fare questo lavoro, con la testa su un altro pianeta bisogna esserci.
Quando hai capito, se lo hai capito, che il fumetto sarebbe stato, più che il tuo lavoro futuro, la tua vocazione come persona?
Credo di non averlo realizzato ancora. Mi piacerebbe fare anche altre cose, ma dopo questi tre anni di studi alla Scuola del Fumetto, sono sicuramente consapevole del fatto che il disegno è lo strumento migliore che ho per esprimermi.
Nel nostro Paese, quali difficoltà incontra oggi un giovane fumettista come te per vedere realizzato il suo sogno o più semplicemente per vedere pubblicata la sua opera?
Per l’editoria italiana o non sei “abbastanza” o sei” troppo” oppure in questo momento “hanno altri progetti in archivio”, e così per un motivo o per un altro, trovano delle banali scuse per non investire sugli esordienti. Molti, infatti, si rifanno all’ autoproduzione, e ovviamente ci si aiuta con il web; anche se non retribuiti, si cerca di avere un po’ di visibilità.
Un clamoroso esempio, sono Emanuele Tenderini e Linda Cavallini, professionisti del settore, che proprio in questi giorni hanno raggiunto la cifra necessaria a realizzare il loro progetto grazie ad una campagna di crowdfunding su Indiegogo, così dal prossimo anno sarà possibile ammirare il loro lavoro nelle fumetterie.
“La leggenda di Kasr” è il tuo primo fumetto e lo hai autoprodotto. Per quanto tempo ci hai lavorato? Come nascono l’idea, la storia e i personaggi? Cosa rappresenta per te?
“La leggenda di Kasr” nasce alla fine del mio percorso di studi. Dovevo raccontare qualcosa, e non essendo una scrittrice, ho pensato che il modo migliore fosse scrivere di qualcosa che ho vissuto, che conosco e che mi ha sempre affascinata, sin da quando ero bambina. Così, grazie ai ricordi che ho delle manifestazioni che organizzava mio nonno, Edoardo Fontanazza, ho scelto di ambientare il mio fumetto nell’epoca federiciana, quell’epoca popolata da dame, giullari e cavalieri; e ho scelto i luoghi che mi sono più familiari, perché sono i luoghi-simbolo della mia città, come il castello lombardo e la torre di Federico II.
La storia,i personaggi e l’ intreccio, nascono anche grazie all’ aiuto dei miei professori che mi hanno seguita in questi nove mesi di lavoro.
So che è una domanda fastidiosa, ma sono curiosa e poi, bisogna pur farla. Hai già in mente altri progetti? Stai lavorando alla realizzazione di un altro fumetto?
Non ho altri progetti o storie da voler realizzare al momento. Concluso “La leggenda di Kasr” e il mio percorso di studi alla Scuola del Fumetto, sto girando varie fiere per far conoscere i miei lavori agli editori, con i quali spero di ottenere dei provini.
In questo momento quindi, ho voglia di mettermi in gioco.
Cosa si potrebbe fare per rivalutare il genere “fumetto” in Italia e innalzarlo al livello che merita anziché lasciarlo declassato a genere letterario inferiore e prettamente infantile?
Molte volte si crede che i fumetti siano storie infantili, che i “pupi”, cioè i personaggi disegnati, siano solo per bambini. Forse la mia risposta è banale, ma racconto semplicemente quello che ho fatto. Sono entrata in libreria, ho dato un’ occhiata a tutti i reparti, poi mi sono fermata a “fumetti”, ne ho preso uno a caso perché colpita dalla copertina o dal titolo,l’ho aperto, l’ ho sfogliato e l’ho comprato.
Mi sono resa conto che ci sono storie, racconti per tutti e di tutti i generi, che come un normale libro, fatto solo di parole, arricchiscono la mente.
Con il passaparola ho fatto conoscere qualcosa ai miei fratelli e ad alcuni amici che adesso leggono i fumetti e mi chiedono anche consigli a riguardo. Quindi quello che è importante per me è il passaparola, la condivisione e certamente la diffusione dei fumetti tra i lettori.
Consiglio letterario: un fumetto che ognuno di noi dovrebbe leggere nella vita, a parte ovviamente “La leggenda di Kasr”.
“Blankets” una graphic novel di Craig Thompson.
Scritto da: Simona Marotta
<<Se non avessi fatto la cantante […] avrei voluto essere una scrittrice e abitare nella dependance di un ristorante biologico del ragusano>>.
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