Girando per le strade della città a chi non è capitato di fermarsi incuriosito di fronte a delle stampe di foto d’epoca collocate in angoli ben visibili chiedendosi chi fossero le persone raffigurate o chi fosse l’autore del manifesto.
Da una prima foto, le successive hanno cominciato a creare curiosità nei passanti e sui media e ci si chiede chi sia l’autore o gli autori, cosa li spinge ad affiggere questi manifesti e soprattutto chi sono le persone raffigurate.
Spesso le foto antiche rimangono negli scantinati, abbandonate e non si considera il fascino che queste hanno e che a distanza di molti anni continuano ad attrarre sguardi incuriositi dei passanti.
Il Chiano ha esposto in diverse città della nostra bella penisola e a fine articolo vi diremo dove esattamente si terrà una sua esposizione.
Il tema portante delle sue opere è il “ricordo”, il ricordo di chi siamo stati, il ricordo di persone che in tanti casi non sono più tra noi e altri, vivi e vegeti ringraziano l’artista per avergli ricordato com’erano.
Non c’è futuro se non si tiene a mente il passato! Nei volti, luci e ombre di chi ha vissuto per ricordare la sostanza in un mondo di apparenze – Il Chiano
Ci piace pensare che in questo modo si sia creato un ponte di passaggio tra gli anni 20/30/40 e il 2019, un canale di comunicazione tra passato e presente. Siamo troppo abituati a guardare il presente e a pensare al domani, e ci dimentichiamo troppo spesso che abbiamo un passato, un passato del quale far tesoro e prendere ciò che c’era di buono per migliorarlo, lo dobbiamo a chi ci ha preceduto.
Il passato, ci viene o veniva raccontato dai nostri nonni, dai nostri genitori, come qualcosa di meraviglioso, spensierato e certamente non privo di problemi, ricordiamoci che il nostro territorio è sempre stato per lo più povero, ma anche se c’era questa spada di Damocle sulla testa del popolo, si andava avanti in qualche modo e ci si ingegnava a trovare soluzioni, non si perdeva tempo in questioni futili e dietro a desideri effimeri, c’era la realtà da affrontare, c’era il lavoro da trovare, bambini in miniera, uomini logorati dalla fatica eppure la famiglia al centro di tutto per vivere al meglio anche i periodi più difficili.
Oggi abbiamo dimenticato chi eravamo, io stesso dimentico che mio nonno insegnava ai bambini delle zolfatare in un rudere costruito vicino alle case dei minatori, senza strade, luci e comodità, era il 1948. 71 anni dopo sui muri della città vedo immagini di persone vissute in quel periodo, come a ricordarmi ciò che fu Enna. Famiglie, individui, artisti, contadini, minatori, nobili, questo eravamo e con rispetto dovremmo guardare a quest’azione artistica.
Non ci resta che aspettare la prossima opera, sperando che la sua attività possa espandersi oltre i confini della nostra città e magari, un nostro avo starà lì, su un muro, a mirare il mare che a suo tempo non riuscì mai a raggiungere.
Trovate l’esposizione di Il Chiano ad Enna dal 27 Maggio 2019 fino al 6 Ottobre 2019 presso il locale “Sorseggio” in Viale Guglielmo Marconi, 6.
Questi invece sono i profili sui canali social de “Il Chiano”: Instagram | Facebook
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