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“Sprar On Air”, quando la radio è Libera e appartiene a tutti

today3 Aprile 2019 47

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“Sprar On Air” è un viaggio nel mondo dello Sprar (Sistemi di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati) attraverso le parole, la voce, gli occhi e la musica dei suoi protagonisti: le ragazze ed i ragazzi beneficiari dei progetti di Calascibetta e Centuripe oltre a chi negli Sprar ci lavora con professionalità e passione. A condurre il programma insieme a me in questa fantastica avventura l’insostituibile Enrico Muratore. Ospiti di questa prima puntata radiofonica il Presidente della Iblea Servizi Territoriali, Salvatore Cappellano e la Coordinatrice dello Sprar di Calascibetta, la Dottoressa Alessia La Paglia.

Sparisce la dicitura “motivi umanitari” dal Testo unico del 1998 (dl 25/98) che regola l’immigrazione, e con essa la possibilità di ottenere il permesso di soggiorno se non per “casi speciali”, ovvero “condizioni di salute di eccezionale gravità” o “situazione di contingente o eccezionale calamità del Paese dove lo straniero dovrebbe fare ritorno”. Cambia nome lo Sprar, Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati, che diventa “Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e minori stranieri non accompagnati”, perché i richiedenti asilo non saranno più ammessi alle pratiche di formazione e inserimento sociolavorativo – virtuose e considerate un modello per tutta Europa – che ha portato avanti finora tale Sistema. Sono due dei numerosi provvedimento contenuti nel Decreto legge su immigrazione e pubblica sicurezza (cosiddetto Decreto Salvini), approvato nella tarda mattinata di lunedì 24 settembre 2018 dal Consiglio dei ministri.

Importante dire che secondo il decreto sicurezza,  nei centri del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati saranno accolti solo i titolari di protezione internazionale (status di rifugiato o protezione sussidiaria), i minori non accompagnati, i titolari di permesso di soggiorno per cure mediche, calamità, atti di particolare valore civile, i titolari di permesso di soggiorno per casi speciali. Fuori quindi tutti gli altri che saranno riversati nei centri di accoglienza straordinaria (Cas) o nei Cara. Il rischio, secondo i sindaci, è che le amministrazioni si trovino in difficoltà nel dare risposta sociale diffusa sul territorio. Negli Sprar infatti i richiedenti asilo vengono avviati a percorsi di integrazione e al lavoro, cosa che sarà più difficile negli altri centri. Depotenziare gli Sprar, secondo i primi cittadini in protesta significa proprio lanciare nelle città una bomba sociale.

 

Scritto da: Francesco Spampinato


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